sabato 12 marzo 2011
Lo stato della DANZA - i dati
UN PO’DI DATI da Federdanza Agis comunicato Roma 10 marzo 2011
La danza riceve dallo Stato solo il 2,25% del Fus (Fondo Unico dello Spettacolo), percentuale che nel 2010 si è tradotta in 9 milioni di euro per finanziare produzione, distribuzione, festival, rassegne, promozione, formazione e tournée estere.
Un taglio circa del 35% del Fus rispetto a quanto stanziato nel 2010 ( che diventerà quasi del 50% se al taglio si aggiungono i 27 milioni di euro congelati), corrisponderà più o meno a 3 milioni di euro, una cifra risibile per il bilancio dello Stato ma che cancellerà come un colpo di spugna tutte le attività di danza nel nostro Paese.
Se si analizzano i dati del Fus 2010 nel dettaglio appare evidente lo stato di assoluta miseria nella quale versa il settore danza.
Le compagnie di danza finanziate nel 2010 sono 69 con importi che in 48 casi non superano 50 mila euro, una cifra che serve a malapena a coprire gli oneri fiscali e previdenziali per 10 persone impiegate in 70 giornate lavorative, da spalmare in 6 mesi di attività. Le compagnie, con risorse proprie (cachet, biglietti, sponsorizzazioni ecc.), coprono tutto il resto.
L’attività all’estero gode di importi risibili che coprono esclusivamente i rimborsi viaggio.
Anche il fronte della “distribuzione” non gode di risorse adeguate. Nel 2010 il Ministero ha finanziato solo 14 circuiti regionali che in ben 8 casi oscillano fra i 20mila e i 39mila euro. Tutto questo per portare in scena un minimo di 30 spettacoli in ogni regione e realizzare iniziative volte alla promozione e formazione del pubblico. La distribuzione è sostenuta dal finanziamento statale solo attraverso 3 programmazioni teatrali con importi che oscillano (dati 2010) fra i 19mila e i 39mila euro per ospitare almeno 20 giornate di spettacolo.
I festival e rassegne finanziati sono 35 che in 31 casi godono di un contributo che oscilla fra i 9mila e i 50mila euro, pur essendo questo un vero “investimento” per lo Stato dato che i festival sono in grado di attrarre un turismo culturale che rappresenta uno straordinario volano per l’economia.
Drammatica è anche la situazione in cui versano i sei corpi di ballo delle fondazioni lirico sinfoniche i cui organici sono a rischio di estinzione per il numero contratto degli stabili. Gli “aggiunti” – quando previsti - vengono impiegati solo 15 giorni prima dello spettacolo.
Il settore della formazione e del perfezionamento professionale prevede una sola Accademia Nazionale di Danza a Roma per la formazione di livello universitario, 5 licei coreutici e 6 progetti di perfezionamento professionale finanziati dal Mibac, con importi che oscillano fra i 9mila e i 19mila euro. Private sono anche le tre scuole di ballo delle fondazioni liriche (Scala di Milano, Opera di Roma, San Carlo di Napoli), infatti ogni allievo paga una quota di frequenza annua che oscilla fra i 1.200 e i 3.000 euro.
Alla luce di quanto scritto appare evidente che il taglio di un solo euro al Fus Danza equivale a lasciare a casa centinaia di persone fra danzatori, maestranze e organizzatori, tutti privi di qualsiasi ammortizzatore sociale; equivale a eliminare dalle scene quelle strutture che rappresentano l’eccellenza nel nostro Paese; equivale ad azzerare l’offerta di spettacoli a solo svantaggio di un pubblico, in gran parte giovanile, che è in forte aumento; equivale a dire a tutti i nostri giovani che vogliono dedicarsi alla danza, che se vogliono farlo devono lasciare la nostra bella Italia e recarsi all’Estero.