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sabato 6 marzo 2010

Instrument 3: cage sculpture_compagnia zappalà danza

20 e 21 aprile _compagnia zappalà danza
Instrument 3: cage sculpture
l’insostenibile pesantezza dell’essere


Coreografia e regia Roberto Zappalà
Musiche originali Alfio Antico (eseguite dal vivo) e
Paula Matthusen
Altre musiche John Cage
Drammaturgia Nello Calabrò
Interpreti: Daniela Bendini, Adriano Coletta, 
Fernando Roldan Ferrer
Ai tamburi: Alfio Antico
luci, scene e costumi: Roberto Zappalà
Realizzazione costumi e scene: Debora Privitera
Tecnico luci Samy Torrisi
Coordinamento artistico Maria Inguscio
Una coproduzione compagnia zappalà danza – Scenario Pubblico
in collaborazione con ArtEZ Dansacademie (NL) – Pergine Spettacolo Aperto
– Stichting Theaterwerkplaats Generale Oost )NL)


“Un male contemporaneo …Paranoia.
Un termine per definire la condizione dell'uomo (occidentale) contemporaneo?
E' il 21° secolo, l'età della paranoia?
Forse si. Forse non riusciamo proprio a leggere la realtà, neanche quella che ci riguarda più intimamente, senza questo filtro che tutto distorce, ma che al contempo corre il rischio di liberarci da ogni responsabilità personale.
Se siamo persuasi che c'è qualcuno che vuole farci del male, possiamo scaricare su di lui il peso delle nostre sconfitte.
Le paranoie, grandi e piccole, patologiche e di ogni giorno, sono come un gigantesco tappeto sotto il quale nascondiamo tutto quello che non va come dovrebbe andare, che è bloccato, o che, se va avanti lo fa seguendo una direzione sbagliata. Un tappeto così grande che non è difficile nasconderci dentro anche noi stessi.
La paranoia è il tarlo che ci corrode e sgretola, che fa sì che la tela di ragno che costruiamo ogni giorno, e che chiamiamo vita, ha, spesso, più buchi di quanti ne possiamo rattoppare.”
Nello Calabrò

“I paranoici sono come i poeti . Nascono tali.” J. A . Fieschi 1980
Una prima fase di studio su questo progetto è stata avviata da Roberto Zappalà, nell’ambito del progetto “Atelier a domicilio – laboratori e creazioni su misura per giovani danzatori”, nel maggio 2009 in Olanda ad Arnhem, dove il coreografo ha sviluppato un’accurata ricerca sul movimento appoggiandosi incondizionatamente e senza alcun tipo di drammaturgia sulla musica appositamente composta da Paula Matthusen ed ispirata a John Cage. Il sottotitolo alquanto esplicito si rifaceva allo slogan “cageiano”: I have nothing to say.
Una seconda fase di studio è stata poi sviluppata in occasione della collaborazione con Pergine Spettacolo Aperto nel luglio 2009 e ha portato alla realizzazione di “cage sculpture”, creazione prodotta sempre nell’ambito del progetto Atelier a domicilio; con questo lavoro il progetto si apriva al concetto della follia – peraltro già trattato dal coreografo in 24 préludes - con un percorso dove la poetica del corpo, a tratti persino ironico, faceva della follia un espediente per comunicare la necessità della stessa. Per questo progetto la visione poetica viene sostituita dalla pura estetica dove la libertà che la danza assume all’interno dello spazio scenico diventa metafora della pazzia.
In questa seconda fase sono stati colti alcuni interessanti percorsi che si rivelavano involontariamente durante il processo creativo del movimento, da qui l’esigenza di approfondire il concetto legato alla follia mettendo in risalto le nevrosi che la psiche trasmette al corpo, e che la danza può tradurre in un linguaggio estremamente curato nella sintesi estetica.
Sarà occasione di indagine la nuova creazione Instrument 3 : cage sculpture , come da ultima tendenza di Zappalà un lavoro legato all’estetica del gesto dove la danza sarà protagonista insieme agli straordinari tamburi suonati dal performer Alfio Antico, in un avvincente connubio di danza e musica dal vivo.
Il sottotitolo l’Insostenibile pesantezza dell’essere è frutto di una ricerca su come i pazienti affetti da nevrosi e paranoie esprimono la loro patologia. Uno dei pazienti ha dato la su citata risposta .