“Una danza in Sicilia”, ballando nell’arte
Al via “Una danza in Sicilia”, un progetto di Aurelio Gatti che porta sul palcoscenico i nuovi linguaggi della danza contemporanea. Gli eventi in programma vedono il coinvolgimento di diverse città. Un progetto di rete culturale rivolto alla danza e ai suoi nuovi linguaggi; con questo scopo è nata la rassegna, a sostegno della scena contemporanea. Il programma, ideato e organizzato da vari enti locali accomunati dalla voglia di “fare cultura”, si basa sull’incontro fra territorio, spazio e confronto multiculturale.
Il nuovi linguaggi della danza si confrontano, infatti, con arte, architettura e storia; a riguardo le strutture architettoniche sono “restituite al pubblico” come luogo di incontro e di espressione. L’entroterra si incontra con le zone costiere: “Una danza in Sicilia”si lega ad altri eventi e progetti come Teatri di Pietra, circuito che coinvolge numerosi siti storici e archeologici; Teatro Festival, che si svolge a Palermo nel Complesso di Montevergini, e Scenario Pubblico, che ha luogo a Catania nei grandi locali dell’ex deposito del Teatro Bellini.
Il nuovi linguaggi della danza si confrontano, infatti, con arte, architettura e storia; a riguardo le strutture architettoniche sono “restituite al pubblico” come luogo di incontro e di espressione. L’entroterra si incontra con le zone costiere: “Una danza in Sicilia”si lega ad altri eventi e progetti come Teatri di Pietra, circuito che coinvolge numerosi siti storici e archeologici; Teatro Festival, che si svolge a Palermo nel Complesso di Montevergini, e Scenario Pubblico, che ha luogo a Catania nei grandi locali dell’ex deposito del Teatro Bellini.
La rassegna si apre a Palermo al Nuovo Montevergini con Le geometrie della passione. Cassandra e Clitemenstra, il 13 e 14 aprile, per proseguire il 20 e 21 con Instrument3: Cage Sculpture. L’insostenibile pesantezza dell’essere interpretato dalla Compagnia Zappalà Danza di Catania e infine il 29 e 30 aprile con Clown con Giuseppe Muscarello e Giovanna Velardi, quest’ultima anche coreografa.
Le geometrie della passione. Cassandra e Clitemenstra –coreografia di Aurelio Gatti, drammaturgia di Cinzia Maccagnano e Aurelio Gatti, su musiche di Corelli, Grieg, Mahler,Hindemith, Zimmer, Tartini – indaga la figura di Clitemnestra ispirandosi a Omero, Eschilo e Yourcenar. In scena l’incontro fra lei, ammalata d'odio e di amore‚ testimonianza pubblica di una donna-moglie-madre-amante dotata di una femminilità spietata e di una tenerezza feroce per l'uccisione del marito Agamennone, e Cassandra, costretta a un primato di sofferenza per la sua veggenza. La sua furia sembra essere una furia sacrificale guidata da una Dike atavica; Clitemenstra è cosciente di non essere né colpevole né innocente: un demone vendicatore ‚ a lungo sopito‚ si è impadronito di lei; testimone del delirio di Clitemenstra è Cassandra, a cui è chiara anche la sorte della donna. Su questo delirio ruota tutto lo spettacolo che si propone come una prima indagine di studio per la ricerca e la comprensione della linea sottile che divide la follia dalla passione.