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mercoledì 2 febbraio 2011

Aurelio Gatti il 5 febbraio apre Danza in Sicilia


 COMUNICATO n.2
sab 5 febbraio
 Il nuovo lavoro di Aurelio Gatti per MDA Produzioni Danza, dopo il debutto al Vascello di Roma, sbarca in Sicilia. Prima tappa a Catania - il 4 al Teatro Piscator, poi il 5 al Garibaldi di Enna." Un piccolo grande viaggio nel regno dell'immaginario‚ del possibile e dell'eventuale e che racchiude quella essenziale positiva saggezza proiettatata al divenire‚ sempre protesa a riconoscere e cantare la vita nella sua bellezza e grandiosità."
mda produzioni danza
Pulcinella - opera per danza e maschera
   regia e coreografia AURELIO GATTI
   musica MARCO SCHIAVONI
   con Gianna Beduschi, Carlotta,Gioia
   Guida, Marica Zannettino e Aurelio Gatti, Luna Marongiu


Una delle caratteristiche di Pulcinella è sicuramente la capacità di sommare in sè elementi al limite della contraddizione‚ alimentato e sorretto com'è da una continua dualità che sgorga dalle tensioni proprie di una Partenope conflittuale‚ sospesa tra oriente ed occidente‚ tra nobiltà e miseria‚ tra potere e servitù‚ tra desiderio e frustrazione‚ tra acqua (quella del mare‚ che favorisce lo spirito d'ingaggio e d'avventura) e fuoco (quello del Vesuvio‚ che genera distruzione paura ed impotenza d'azione).
 Forse proprio per questo Pulcinella unisce in se stesso‚ come nessun'altra "maschera"‚ gli opposti e quegli anacronismi propri di un popolo che nella disperata necessità di sopravvivenza‚ riesce a creare dal fatalismo un' acuta possibilità di scampo‚ miscelando nel suo arruffato agire‚ la libertà del sogno e la limitatezza del reale.
E' quindi inevitabile che anche quest'ennesima "storia" del servo-signore-maschera‚ sia la narrazione di un piccolo grande viaggio: nel regno dell'immaginario‚ del possibile e dell'eventuale e che racchiude quella sottile ed essenziale positiva saggezza proiettatata al divenire‚ sempre protesa a riconoscere e cantare la vita nella sua bellezza e grandiosità.
Per noi Pulcinella è anche una alchimia‚ un elisir contro la perdita dell'idea di futuro‚ un farmaco per le derive del presente : per secoli il tempo è stato portatore di speranza e dal futuro ci si attendeva pace‚ evoluzione‚ crescita... o anche rivoluzione. Non è più così. Il futuro‚ quello risolutore‚ quello che prometteva‚ quello concreto di partenopea citazione .." ha da passà a nuttata"‚ è sparito. Sul mondo si è abbattuto un presente immobile che annulla l'orizzonte e con esso i punti di riferimento di intere generazioni. Alla maschera ci siamo rivolti per affrontare questa "eclissi del tempo" di contemporanea invenzione‚ dove futuro e passato sono cacciati dalla coscienza individuale e collettiva‚ in cui l'unico viaggio possibile sembra quello della cinica dismissione del futuro.
Il nostro Pulcinella si fa viatico: in un deposito pieno di casse‚ abbandonate da molto tempo‚ un omino vecchio‚ che tra quegli imballi ha sempre vissuto‚ s'aggira silenzioso. Forse è il custode - ignaro - di memorie e testimonianze ormai dimenticate.Infuria il temporale (che come è risaputo reca tempesta) ed improvviso un fulmine s'abbatte‚ facendo sprofondare tutto nell'oscurità più completa. Ha così inizio - dall'imprevisto‚ dall'evento umanamente ingovernabile come sempre‚ il viaggio eroico‚ pauroso‚ ma avvolgente ed affascinante. L'omino si affretta alle casse: si sono dischiuse‚ magicamente animate da strani fardelli bianchi‚ arrotolati. Escono personaggi‚ goffi‚ incerti e indefiniti‚ dalla maschera ironica‚ piangente‚ ora incredula ora sarcastica. Ma anche una bambola, un pupazzo affascinante e terrrribile. I Pulcinella avvolgono il vecchio e lo trascinano nel sogno‚ nel viaggio immaginario che è pure il viaggio nella coscienza. Una nave‚ un mercato mediterraneo‚ una piramide‚ un tribunale‚ immagini speculari di desiderio d'evasione ‚ di necessità di affermazione e di paura‚ di senso della vita e di coscienza della morte. Una poetica fatta azione dove la forma non è altro che un'essenza della poesia‚ uno stupore‚ un incredulo affacciarsi alla sorpresa della vita stessa. Alla fine del viaggio‚ percorso che lentamente trasforma‚ l'omino non è più una declinazione dell'umano ma forse Pulcinella egli stesso, e comunque, capace di intendere il respiro del tempo.
Il primo Pulcinella della Compagnia è nato oltre dieci anni fa da un “progetto tra amici”: Marco Schiavoni, autore delle musiche, la costumista Giusi Giustino e Roberta Garrison che, alla prima stesura, ha collaborato per la parte coreografica; tale è rimasto lo spirito e il gusto di questo rifacimento.
La bambola meccanica è un personaggio “nero” non previsto nella prima stesura. Anche i temi hanno assunto tinte più scure, la questione del tempo rubato e dell’assenza di futuro hanno fatto del vecchio omino una ulteriore “maschera”... L’ispirazione, dieci anni fa, nasceva dalla necessità di suggerire una vita curiosa e attenta alla vita stessa, disponibile a “stupirsi”. Oggi la questione si fa più concreta e Pulcinella sembra reiterare la domanda se è legittimo chiamare vita una esistenza in cui si è ridotti ad essere comparse di vicende altrui.