Enna. Lo spettatore ennese attendeva da tempo un’opera come quella proposta al Teatro Garibaldi di Enna, dal regista e coreografo Aurelio Gatti, ma non lo sapeva, perché un po’ irrigidito dalla crisi economica del tempo, e dunque reagente con pigrizia alle novità, e timoroso di non utilizzare al meglio i propri danari; e perché abituato a forme popolari di teatro che quasi sempre rappresentano una garanzia di presenze; oltre che di successo; ma lasciano lo spettatore vincolato ad un copione e all’interpretazione più o meno vincente che ne può fare la Compagnia in questione.
Se per l’opera per danza e maschera di Gatti, si potesse dire che c’era un copione, quello, poteva al massimo essere rappresentato da delle casse, poste sul palco come macigni. Il loro schiudersi e dischiudersi iniziale faceva pensare ad uno scherzo buffo della vita, una scoperta dell’essere che si scopre attivo e reattivo; il muoversi giocoso di quattro Pulcinella che accompagnava ritmicamente lo svolgersi del percorso personale di un Omino: un vecchio custode; uno come tanti, che vive la vita con fatica e che non si ferma, se non per ricordare il tempo perduto.
Ecco allora venir fuori dalle casse, una nave fantasma che trasporterà l’omino in un viaggio spettrale e buffo, amaro e allegro al tempo stesso, ineluttabile ma ripercorribile.
Se le casse hanno fatto da copione trainando la storia attraverso il loro variegato utilizzo, la danza e le maschere sono stati degli strumenti di espressione e sviluppo, non essi stessi dei fini. Lo spettatore poi, si sarà talvolta trovato in una condizione di inaspettata estasi, chiedendosi se ciò fosse possibile, forse si, se si pensa all’ incalzare continuo di musiche originali(di Mario Schiavoni), danza e movimenti di maschera che spesso lo disorientavano facendogli perdere di vista la sparizione ora di un pulcinella, ora dell’Omino stesso ,ed anche di una curiosa Bambola meccanica( interpretata da Luna Marongiu), piuttosto cattiva e accattivante, che contribuirà insieme a Pulcinella del Sole, del Mare, Pulcinella dell’uovo, Pulcinella Nero( interpretati da Gioia Guida, Gianna Beduschi, Marica Zannettino e Carlotta Bruni) a sviscerare l’Omino nero, ch’è egli stesso Pulcinella e indosserà anch’egli una maschera.
“La vostra presenza fa si che non tutto si riduca a televisione e gossip” ha dichiarato secco lo stesso regista, al termine della rappresentazione..
L’opera per danza e maschera, è stato il primo appuntamento della rassegna “Una danza in Sicilia” cui seguirà “Clown” il prossimo 11 febbraio al Teatro Garibaldi.
Livia D’AlottoSe le casse hanno fatto da copione trainando la storia attraverso il loro variegato utilizzo, la danza e le maschere sono stati degli strumenti di espressione e sviluppo, non essi stessi dei fini. Lo spettatore poi, si sarà talvolta trovato in una condizione di inaspettata estasi, chiedendosi se ciò fosse possibile, forse si, se si pensa all’ incalzare continuo di musiche originali(di Mario Schiavoni), danza e movimenti di maschera che spesso lo disorientavano facendogli perdere di vista la sparizione ora di un pulcinella, ora dell’Omino stesso ,ed anche di una curiosa Bambola meccanica( interpretata da Luna Marongiu), piuttosto cattiva e accattivante, che contribuirà insieme a Pulcinella del Sole, del Mare, Pulcinella dell’uovo, Pulcinella Nero( interpretati da Gioia Guida, Gianna Beduschi, Marica Zannettino e Carlotta Bruni) a sviscerare l’Omino nero, ch’è egli stesso Pulcinella e indosserà anch’egli una maschera.
“La vostra presenza fa si che non tutto si riduca a televisione e gossip” ha dichiarato secco lo stesso regista, al termine della rappresentazione..
L’opera per danza e maschera, è stato il primo appuntamento della rassegna “Una danza in Sicilia” cui seguirà “Clown” il prossimo 11 febbraio al Teatro Garibaldi.
Foto Maria Catalano